sabato 3 dicembre 2011

Cogito...



Negli ultimi paio di mesi sono successe una marea di cose, positive e negative, ma cmq facenti parte della vita. Nell'ultima settimana poi c'è stato uno sconvolgimento totale che ha rischiato di farmi camminare all'indietro come i gamberi piuttosto che in avanti come gli Uomini.
Sta di fatto che negli ultimi anni io ho compiuto un percorso, un cammino che mi ha portato ad una coscienza di me, di quello che sono, di quello di cui ho bisogno e di quello che posso dare.
Questa presa di coscienza è iniziata partendo dal fondo, partendo da quel punto da cui puoi guardare solo in alto perchè più in basso c'è ben poco da guardare.
Succede poi che ti trovi davanti ad una situazione che fai fatica a gestire perchè nuova, anzi, più che nuova la potrei definire "riscoperta". Ti trovi li, davanti a questa cosa, non sai cosa dire, cosa fare, come muoverti perchè hai il terrore di perdere quello che già tante altre persone ti danno, ma che dopo un pò impari a dare per scontato, cosa che è probabilmente la più sbagliata che esista. Purtroppo è un dato di fatto che più ti affanni su come DEVI essere e più ti allontani dal quello che SEI. Sistematicamente questo poi ti porta proprio a quello che più ti spaventava, cioè a lasciar scappare quello che poteva essere un "valore aggiunto" (detta alla maniera dell'amico Ferdinando).
Ok, fin qua ci siamo, gli errori e le insicurezze fanno parte della vita e soprattutto dell'essere umano. Il problema è quando questo porta a far crollare quel castello di carte che hai costruito nel corso del tempo con molta attenzione e grande accuratezza, nei minimi particolari, dandogli delle fondamenta, curandolo nei più piccoli dettagli, togliendo il vecchio rivestimento in cemento che lo rendeva solido, ma allo stesso tempo molto molto buio, quasi un invalicabile fortino...ora lo si può considerare più come una chiesa, ricca di vetrate colorate, con immagini inneggianti all'amore verso gli altri e verso se stessi.
Questo sono io ora, una persona che ha lottato per essere quello che è, che ha aperto tutte le finestre per lasciar uscire tutto quello che è rimasto chiuso per una vita e allo stesso tempo far entrare chiunque si sentisse di volerlo fare.
Noi siamo fatti strani però. Nonostante quello che chi ti circonda abitualmente ti dimostra poi diamo retta all'ultimo arrivato, a quello che arriva e dice "no, così non va bene" e andiamo completamente in merda pensando che abbiamo sbagliato tutto, che quello che ci siamo riscoperti essere non va bene.
Ma se allora questo Raffo non va bene e non va andava bene neanche quello di prima cos'è che va bene?
Tutto questo incasinamento mi ha portato ad una sorta di reazione di autodifesa, cioè chiudi tutte le finestre di nuovo perchè questo nuovo visitatore è entrato e non ha guardato gli affreschi, i giochi di luce, l'ordine, la bellezza delle cose, ma solo ciò che non andava, l'asimmetria di un volto, l'imprecisione di una pennellata, un filo di polvere in un angolo senza ricordarsi però che è questo che distingue una cosa "oggettivamente bella" da un "capolavoro".
Ora ognuno è liberissimo di pensare e di vivere le cose come crede, non sarò certo io a giudicare, figuriamoci, non sono proprio la persona più adatta per farlo, ma questo deve valere anche per me.
In poche parole in questa ultima settimana hanno cercato di farmi sentire in errore, di farmi credere che il mio modo di essere sia sbagliato, ma sti cazzi!
Io sono fiero di quello che sono (anche perchè non ho alternative), di avere tantissimo da dare, di aver voglia di ricevere, di sentire la necessità di chiudere gli occhi durante un abbraccio, di voler bene, di voler tanto bene, di amare una carezza, una mano da sfiorare, il dolce contatto della pelle, i profumi da odorare, di sentire che qualcuno ha bisogno di avermi accanto, di sentirmi utile, di sentirmi voluto.
E' ovvio che non c'è solo questo, è un lato della medaglia, una parte della mia persona, ma c'è e non posso far finta che non esista, non ne sono in grado.
Tante, tantissime persone hanno avuto modo di conoscermi profondamente e per la maggior parte sono ancora qui accanto a me, quindi di conseguenza non può essere così brutto quello che sono e che ho da dare.
Porca troia, come si può pensare di sbagliare a voler bene? Dai, è oggettivamente una cazzata!

mercoledì 30 novembre 2011

Un Angelo caduto dal cielo.

Sapete qual'è il problema? E' che noi sempre, e sottolineo sempre, stiamo ad ascoltare la voce nel coro che stona dimenticandoci di tutte le altre voci che insieme intonano una musica celeste, un accordo di suoni che vengono offuscati da una sola nota stonata.
Allo stesso modo ci dimentichiamo di tutto quello che le persone ci dimostrano concentrandoci solo ed esclusivamente su chi di noi non fa altro che notare i difetti, le debolezze, mettendole in primo piano e lasciando come sottofondo "sottinteso" quelle che potrebbero essere le nostre qualità, ma in modo quasi superiore, quasi come dire "si va bè, ci sono anche queste, però....".
Il fatto è che sistematicamente è proprio da queste persone che siamo attratti, non se ne capisce bene il perchè, forse perchè sentiamo la continua esigenza di essere stimolati, forse perchè se ci dicono troppo quanto siamo bravi e belli dopo un pò ci rompiamo le palle.
Questa cosa mi devasta gli organi riproduttivi, mi fa troppo girare i c......i!!

Poi ci pensi e tutto questo perde radicalmente di importanza, ma non solo, perde totalmente il suo peso nella bilancia quotidiana davanti a certe meravigliosità della vita.
Mia sorella oggi ha fatto la seconda ecografia, è entrata nel quarto mese di gravidanza, hanno fatto un'ipotesi sul sesso, ma nulla di certo quindi non mi esprimo...anche se per qualche motivo mi sembra già di sapere chi ci verrà a fare compagnia in questo mondo.
Io ora ho una nipotina, tra 2 giorni compirà 7 anni ed è la cosa più bella che la vita ci potesse donare. Darei la vita per lei, costruirei un mondo di fate e folletti per tenerla li dov'è, nella sua favola di bambina, nel suo mondo incantato privo di delusioni, immerso nell'incanto dell'infante poesia...sarà possibile voler altrettanto bene ad un'altra creatura? Cioè so ovviamente che è naturale che sarà così, ma al momento sinceramente non riesco ad immaginarlo, non riesco a dargli una concretezza. So per certo però che quando arriverà capirò tutto, come ho capito tutto quando mi hanno detto "è nata, sta bene" dopo quelle complicanze che ti avevano fatto stare col fiato sospeso, quando per la prima volta l'ho vista li, davanti a me, piccolissima, corrugata in volto dalla fatica, ma sana e meravigliosa, pronta per cominciare tutta una vita di esperienze delle quali per sua scelta farai parte...tutto questo è divino.

lunedì 28 novembre 2011

Titolo? Quale titolo?

Uoh...è il caso di dirlo, prendiamo un attimo fiato...
E' stato un weekend piuttosto impegnativo, uno di quelli che quando arriva il lunedì dici "ok, ora abbiamo una settimana di lavoro per riposare".
Allora torniamo a questa scrivania, davanti a questo monitor e cominciamo a respirare di nuovo, a riprendere un minimo di equilibrio.
C'è bisogno di recuperare un minimo della regolarità che accompagna la vita di tutti i giorni, senza strani pensieri, senza particolari situazioni che ti portano a non capire più da che parte della linea stai, senza grossi scossoni.
Ci lamentiamo spesso della routine, ma in realtà è quella che ci salva. E' chiaro che bisogna spezzarla in qualche maniera ogni tanto e direi che il fine settimana è fatto apposta per questo, ma poi c'è la necessità di un riposo generale, un riposo che più che altro consista nel non dover pensare a questo, a quello e a quell'altro, mettere in fila i meccanismi automatici della quotidianità che non comportano nessun tipo di ragionamento particolare, sai che è quello e fine.
Con questo assolutamente non voglio dire che ci sia una cosa buona e una cosa brutta, ma dato che adoro questi momenti di sconvolgimento e voglio poterne usufruire il più al lungo possibile allora è il caso di intervallarli con la normalità, altrimenti rischiano di diventare questi la normalità e di conseguenza di perdere di fascino, di interesse.
In tutto questo poi c'è un andirivieni di situazioni, di emozioni che ti sconvolgono prima da una parte e poi dall'altra, ti prendono e ti sbattono di qua e di la e tu le lasci fare perchè alle volte è bello lasciarsi portare dal vento, o quantomeno è intenso, è forte, lo senti, senti che tutto si muove, che nulla resta fermo, immobile e che ogni cosa ha un suo perchè, un suo inizio, una sua fine, ma mentre spesso riesci a capire come inizia ancora più spesso non riuscirai a immaginare dove finirà e allora via, lascia che scorra, lascia che la vita ti entri dentro, si prenda un pò di te e se lo porti in giro...con gli occhi socchiusi e il petto verso il cielo tieni sempre quel filo teso, sospeso, come i puntini alla fine della frase...

mercoledì 23 novembre 2011

Cannoli a Mestre...Chronicle of Piaccc

22-11-2011

Dovrei stare attento, a fine corso c'è anche una prova scritta, una prova di valutazione, ma mi è assolutamente impossibile, non è fattibile, sono le 9:30 e sto già cedendo. Il problema non è tanto il sonno o la noia, se uno si annoia può fare altro, può per esempio scrivere, il problema sono gli occhi...pesano almeno una tonnellata! Però ho il sospetto che i miei occhi abbiano bisogno di un pò di aiuto esterno, tipo occhiali da lettura, mah...


Ogni tanto torno a scrivere, quando sento che proprio non ce la si fa più. C'è un intervallo di circa 10 minuti tra un "vuoto" e un altro...di sto passo entro domani sera avrò scritto un poema.
L'argomento del corso riguarda un software gestionale con cui l'azienda per cui lavoro (come tante altre) ha il controllo di un pò tutta la parte amministrativa, in sostanza un programma che non utilizzerò mai, ma che ,per chissà quale motivo, mi hanno mandato a Piacenza a studiare.
Fin qua va tutto bene, un'infarinata generale ci sta. La cosa che mi fa veramente ridere è che poco tempo fa sono stato invitato da una nota ditta di materiali edili ad un corso riguardante la manutenzione e il ripristino delle strutture in cemento armato. Ovviamente i capoccia hanno deciso che non era così importante per ora...cose che non capirò mai considerando soprattutto che il mio lavoro riguarda la manutenzione delle dighe e la progettazione di nuove centrali idroelettriche.


Ok, è gia pomeriggio, già fatta la pausa caffè, tra circa un'ora la prima giornata di corso sarà finita ed io di sto programma non so ancora niente.

23-11-2011

Ecco qua, siamo al secondo giorno di corso e ora posso ben dire che non è servito assolutamente a niente, ne so meno di prima.
La cosa positiva è che comunque ho fatto 3 giorni diversi, fuori dal solito ufficio, dalle solite routine ed ho avuto modo di farmi una bella scammellata per Piacenza. L'albergo in cui ho alloggiato è vicino alla sede del corso, ma decisamente più distante dal centro di tutti gli altri alberghi occupati dai miei compagni di corso. Ieri verso le 17:30 mi trovavo in camera, appena tornato dalla lezione. Mi sono trovato un pò spiazzato, dovevo fare qualcosa!
Allora sono uscito con l'intento di andare a fare due passi in centro, missione assolutamente compiuta!
Il problema (che poi problema non è) è che per arrivare in centro ho praticamente fatto tutto il giro per l'esterno del paese quando invece bastava prendere un viale che attraversa la zone che purtroppo però era a me sconosciuto. Sono partito dall'hotel...cuffiette, Adrenaline Mob per primi, Symphony X nel mezzo e poi cambio radicale con Ivan segreto e alle 18:40 circa ero in centro.
Il primo negozio che ho beccato è stato un punto "Feltrinelli"...potevo non entrare? Potevo non comprare almeno un paio di cd? Direi di no e per quello che ho visto mi sono trattenuto anche troppo!
Protagonisti dei miei acquisti Chet Baker e Charlie Byrd, trombettista il primo e chitarrista il secondo...occorre che dica quale dei 2 ho preferito al primo ascolto? Non credo...


Ok, atto finale di questo viaggio, è il momento delle conclusioni.
Sono in treno, tra poco più di un'ora arriverò a Mestre. La cosa non mi dispiace per niente per il semplice fatto che c'è poco da fare, io ho bisogno dei miei affetti, dei miei amici, della mia vita.
Volevo fare un appunto...qui davanti a me c'è seduta una ragazza, bellissima, forse un pò appariscente, ma comunque molto gradevole. Avrà 24-25 anni, siamo uno di fronte all'altro, nulla di più facile sarebbe fare 2 chiacchiere, senza un motivo in particolare o un secondo fine (si dice sempre così no?), potrebbe essere un buon modo per passare il tempo del viaggio, ma invece tutti e due abbiamo le cuffiette nelle orecchie, chiusi nei nostri mondi e con i nostri aggeggi tecnologici che ci regalano tante emozioni, ma allo stesso tempo ci tagliano le gambe, per non parlare delle opportunità di socializzare, conoscere.
Scommetto che se avessimo un computer davanti avremmo già cominciato a chiacchierare da un pezzi, invece io mi trastullo la mente scrivendo su un foglio bianco marchiato "Enel University", mentre lei giochicchia col suo lettore mp3...una domanda mi sorge spontanea...cosa starà ascoltando? Glielo chiedo? E se poi mi risponde "fatti i cazzi tuoi" che faccio? Mi toccherà stare stare per il resto del viaggio con quel senso di disagio dato dal "rifiuto", con tutte le paranoie del caso...però chi non risica non rosica! Ustia...l'ho beccata mentre leggeva di nascosto quello che scrivevo...curiosona! Allora, facciamo così, io scrivo sul foglio "cosa ascolti?" e lo appoggio li con la penna, poi se vorrà mi risponderà, giusto?
...azzo...o non sa leggere o fa finta di niente...noooo cazzo, ha risposto al telefono, non è italiana!! Questa è sfiga!
Bè considerando che mi ha chiesto se poteva chiudere il tavolino in italiano direi che è chiaro....hahahahahah, però è stato divertente...intanto sono quasi arrivato a Mestre...è volato sto viaggio! :)

martedì 15 novembre 2011

Chi? Io?

Mi capita spesso, anzi spessissimo, di cominciare a scrivere qualcosa e poi di cancellare tutto senza pubblicarlo. Comincio con un'idea più o meno precisa, ma poi parto per la tangente e mi rendo conto che quello che ho scritto non ha più un filo logico, non ha più senso di essere dato che in realtà non parlo di nulla.
Ma a pensarci bene un blog cos'è? E' un diario che invece di essere chiuso in un cassetto è pubblico, aperto sull'ultima pagina a disposizione di chiunque lo voglia leggere e fondamentalmente questo è il suo scopo, essere letto.
Già perchè cos'altro può essere un blog se non una necessità di comunicazione, un bisogno di esprimere un concetto o anche semplicemente di dire una serie di parole una dietro l'altra senza un vero senso logico?
Il famoso brainstorming, l'attività che lascia liberi i pensieri, che permette di esprimere qualsiasi concetto o associazione senza filtro.
Ora io sto ascoltando nuovamente della musica, nuovamente quella canzone, perchè adesso come adesso mi va, mi distende i nervi...un piano che suona e nulla più...c'è bisogno a volte di ristabilire un pò di equilibri.
La mia tempesta celebrale al momento mi porta a pensare a milioni di cose, mi viene in mente per prima mia sorella e la creatura che porta in grembo, mi viene in mente mia nipote, poi i miei genitori, i miei amici...poi spesso la musica ricorda momenti, persone, luoghi e quindi mi vengono in mente anche quelli.
Non ci provo neanche a rileggere quello che ho scritto fino a qui, è matematico che lo cancellerei all'istante e oggi non lo voglio fare.
Intanto il pezzo è finito, schiaccio il tasto play di nuovo e lo faccio ripartire.

C'è bisogno di condividere, l'uomo ha bisogno di condividere, tutto, la sua vita, quello che ama, quello che odia, quello che lo fa ridere e quello che lo fa riflettere. Non a caso i vari myspace, facebook, twitter e chi più ne ha più ne metta hanno avuto un successo strepitoso nel momento stesso in cui sono entrati in rete.
Dopotutto se non condividi a cosa serve vivere certe cose? E' come quando fai qualcosa di talmente bello da restare sorpreso di te stesso, poi ti guardi intorno e non c'è nessuno a cui farlo vedere, raccontarlo, perde molto della sua importanza.
Va bè dai, basta...

martedì 8 novembre 2011

E quando senti il cuore battere nel petto forte forte, ma non troppo veloce, solo molto intensamente...ci sono 2 possibilità in questo caso, andare in ansia o stare ad apprezzare il fatto che batte, il fatto che finalmente lo si sente battere in modo diverso, in un modo definibile "sano".
Già perchè ti rendi conto che ci sei, che oggi è così, che sei qui, pronto a vivere tutto ciò che ti viene incontro.
Quanto è bello poter sentire parlare se stessi? E soprattutto quanto è bello riuscire a parlare a se stessi senza imporsi nulla, senza imporsi di doverla pensare in un modo o in un altro e non preoccuparsi di nulla se non della quantità di bene che puoi dare in giro, delle cazzate che puoi dire senza che nessuno ti dica "non si fa".
Ah va là, sono un tipo vecchio stampo, sono fatto così, un romanticone, pieno di favole per la testa, ma sinceramente nonostante non sia sempre riconosciuto come un pregio mi piace essere così...solo io posso sapere cosa vuol dire stare dentro me stesso quando mi isolo dal mondo e ascolto quei meravigliosi punti e linee su un pentagramma, solo io so dove sono in quel momento..è un pò come riequilibrare i bioritmi, riportare tutto sotto il livello di allerta, in totale pace.
Perchè il motivo di questo post? Boh, sinceramente non lo so, avevo solo voglia di scrivere...

giovedì 20 ottobre 2011

Proprietà commutativa

Bene, è il 21 Ottobre 2011 e ieri è stata divulgata la notizia della morte del Raìs.
L'hanno cercato ovunque, in tutta la Libia, avevano ipotizzato la sua partenza verso paesi esteri a cercar rifugio, ma alla fine come nella più banale delle sceneggiature di un film lui, il caro e vecchio Gheddafi, se ne era tornato da mamma. Infatti si nascondeva a Sirte, la città che gli ha dato i natali e li è stato catturato.
Ok, si possono fare mille considerazione sull'evento, c'è euforia tra il popolo libico, sicuramente ci sarà anche a chi la cosa non piace (se in Italia c'è chi osanna il Berlusca perchè in Libia non ci dovrebbero essere gli stessi bacati in versione un pò più scuretta ad osannare il DITTATORE?!), ma credo che in ogni caso quanto accaduto metterà la parola fine alla strage che si stava compiendo in Libia e questo non può essere che positivo.
Quello che però vorrei capire è dove finisce la giustizia e dove comincia la barbaria...al momento siamo bombardati di video che ritraggono il corpo di Gheddafi esanime circondato dai ribelli che in maniera molto sommaria l'hanno condannato alla pena di morte (assieme al figlio e ai suoi collaboratori), sentenza da eseguirsi all'istante, lapidato, massacrato e finito con un colpo di pistola alla testa.
In questo caso con chi mi va di stare? Sicuramente non con chi ha ordinato l'uccisione di migliaia di "sudditi", migliaia di persone assolutamente estranee alla guerriglia che hanno avuto solo la sfiga di trovarsi tale coglione come leader (e qui trovo qualche nesso con la nostra povera Italia), ma sinceramente non mi va neanche di stare con i ribelli, con che diritto e sopratutto con quale umanità hanno terminato in questo atroce modo la vita di una persona? Chiunque essa sia non credo in ogni caso alla giustizia sommaria delle folle inferocite.
Ora i nostri governanti dopo aver leccato il culo a Gheddafi, dopo averlo osannato per poi cambiare idea e averlo chiamato "mostro", aver appoggiato i ribelli e aver pregato chissà quale Dio per i rifornimenti dell'amatissimo petrolio cosa penseranno di fare? Giustificheranno la barbara uccisione del Raìs o la condanneranno? Mah, io sinceramente credo se ne staranno semplicemente in silenzio, senza esporsi più di tanto in modo così di non rischiare di dire altre cagate o qualcosa che possa infastidire il nuovo governo Libico (se così si può chiamare). Ma com'era la formula? "Silenzio assenso" giusto? Quindi  se noi tutti ce ne andiamo in massa ad Arcore a prelevare un qualcuno che assieme ai suoi collaboratori sta mandando a fanculo l'Italia e semplicemente lo carichiamo su un aereo (rigorosamente Alitalia) e lo mandiamo cortesemente in esilio forzato non c'è nessun problema giusto? No, forse no, forse il silenzio assenso vale solo per il massacro e la lapidazione pubblica.

ps: quello che segue è il video che documenta la morte dal Capo...era proprio necessario renderlo pubblico? Io lo metto qui giusto perchè si trova sul sito di Libero e più o meno in qualsiasi altro sito di informazione, poi se volete vederlo bona, altrimenti bona ostesso.

mercoledì 19 ottobre 2011

Dentro abbiamo un cuore, solido motore...siamo fatti così.

Ok, c'è parecchio da dire, comincerei col raccontarvi un pò come è andata avanti la mia vita nell'arco temporale in cui non mi sono fatto sentire con epistole di alcun tipo.
Diciamo che le cose in generale vanno bene, mi sto togliendo tante soddisfazioni e sto imparando che tutto quello che viviamo è solo frutto nelle nostre scelte, di nessun altro.
Ho lasciato il nido una seconda volta, questa volta però dividendo l'affitto con dei coinquilini (e che coinquilini!!!). La cosa così risulta meno impegnativa, meno dispendiosa e anche meno solitaria.
Un'altra bellissima notizia è che la mia cara sorellina è in dolce attesa, questo vuol dire che se tutto va come DEVE andare prima dell'estate (maggio-giugno) verrà alla luce il mio secondo nipotino (uso il maschile per essere generico, ma ovviamente non è ancora dato di saperne il sesso). Questa è senza dubbio la cosa più importante che al momento domina nelle nostre teste, se solo penso al bene che voglio a Gaia, la figlia di mia sorella, mi scoppia il cuore a pensare a cosa potrò provare ad averne 2 con cui condividere le nostre giornate.
Anche dal punto di vista musicale andrebbe piuttosto bene visto l'entusiasmo e la voglia di suonare che c'è in tutti i componenti dei Mi-Rito, se non fosse però che non abbiamo ancora trovato il sostituto a Simone, il nostro "ex" bassista partito verso l'Africa per opere di volontariato, ma pare che forse qualcosa si stia muovendo, credo riusciremo a sistemarci a breve.
Insomma, in generale le cose vanno via piuttosto lisce, anche ne lavoro si va via tranquilli e con anche delle belle soddisfazioni.
Bon, fatta questa dovuta premessa giusto per far capire che ringrazio Dio per tutto quello che mi sta dando, voglio dirvi anche quanto sono incazzato!! Incazzato perchè capita di vedere tra le persone che ti stanno attorno le ingiustizie più incredibili che la vita a volte col suo sadico sarcasmo si diverte a propinarci.
Assolutamente non entrerò nel dettaglio, ma ci tengo ad esprimere quanto mi fa incazzare come una iena vedere che certe cose capitano spesso alle persone che meno se lo meritano, a quelle persone che hanno passato la vita a rispettare gli altri, ad insegnare come si vive nella società ai propri figli, come è giusto comportarsi e come poi per forza di cose la gente ti vorrà bene. Mi fa girare vorticosamente il cazzo l'impotenza di noi poveri stronzi che davanti ad oscuri scenari alle volte dobbiamo soltanto sederci e guardare il corso degli eventi perchè magari non abbiamo i mezzi dei potenti, di quelli che in alto ci sono arrivati e che probabilmente non hanno tanto ascoltato i buoni insegnamenti dei propri genitori.
Bon basta, ho finito. Ciao

venerdì 9 settembre 2011

Dentro il muro - Janet Frame

More about Dentro il muroSalve...torno dopo un pò di tempo a scrivere per parlarvi di un libro.
Si tratta di "Dentro il Muro" di Janet Frame.
E' un libro "semi-autobiografico"...diciamo che la scrittrice parla della sua vita passata in vari ospedali psichiatrici celandosi però dietro lo pseudonimo di "Istina Mavet", una ragazza che tra le umiliazioni subite dalle infermiere, la convivenza con le altre pazienti dell'ospedale e gli elettroshock vede ogni giorno di più la sua personalità sparire lasciando posto al ruolo di  paziente che vive nel suo personale mondo fatto di illusioni, fantasie e paure. E' incredibile come le parole si susseguano velocemente, senza darti il tempo di accorgerti che gli occhi non si reggono più da soli perchè ormai l'ora delle streghe è bella che passata.
E' un libro alle volte angosciante, soprattutto quando con un modo aspramente dettagliato, ma allo stesso tempo molto personale, l'autrice riesce a farti capire quali ragionamenti portano la mente di questa giovane donna a immaginare quello che non c'è.
In poche parole è decisamente un libro che vale la pena di leggere sentendosi a volte un pò spettatore e alle volte paziente.

"Dentro il Muro" di Janet Frame - Editore: Interno Giallo

Ho imparato a volare!!!

venerdì 19 agosto 2011

Con cappello e pistola.

Ok, indosso le mie cuffiette, faccio play e parte la musica. Ohhhh là! Finalmente un pò di isolamento...ci vuole però una musica piuttosto potente e l'album "Paradise Lost" dei Symphony X direi che è perfetto.
Ora un piccolo resoconto di quest'ultimo periodo in cui ho un pò abbandonato il mio bloghino.Ad essere totalmente sinceri mi ha fatto venire voglia di scrivere la mia carissima amica Arianna, ha pubblicato un post con le solite belle ricettine sul suo blog (potete leggerle su she-lab.blogspot.com) e niente, eccomi qua.
Ma torniamo a noi...che è successo? Non lo so, un bordello assurdo sembrerebbe. Pare che il mondo stia perdendo completamente la testa. Tra crisi economica, gente che si ammazza di qua e di la, politici, economisti, grandi filosofi del nulla e chi più ne ha più ne metta pare che tutto da un momento all'altro debba crollare.
L'altro giorno guardavo un tg in tv ed ho avuto l'impressione di essere in uno di quei film apocalittici in cui la prima scena mostra i telegiornali dare notizie di sconvolgimenti climatici, di pazzia collettiva, di rivolte popolari, di guerre civili per poi scoprire nel corso della proiezione che il tutto (non sa bene in che modo e in che misura) sta portando alla distruzione del mondo causata dal sole, o dall'inversione dei poli, o da un meteorite o qualsiasi altro evento climatico devastante o magari al giudizio universale rappresentato dal risveglio dei morti, zombi mangia uomini...insomma...na merda.
In tutto questo casino di eventi noi ovviamente dobbiamo andare avanti a vivere la nostra umile vita di tutti i giorni e quindi vediamo di parlare della cose più "stupide" che possano esistere perchè sinceramente di tutta sta serietà e tristezza ne ho veramente pieni i gioielli.
Ieri mi ha preso un istinto di sopravvivenza che non credevo fosse ancora così presente in me.
Mi sono svegliato alla solita ora, ma proprio non avevo voglia, non avevo voglia di andare a lavoro, di essere impegnato, di avere orari e scadenze, allora ho deciso di prendermi mezza giornata di ferie andando in quel posto ai miei responsabili e fregandomene di tutto.
All'ora di pranzo sono tornato a casa, ho mangiato e poi ho fatto una delle cose più belle sulla faccia della terra...mi sono disteso a letto a leggere mentre tutti gli altri lavoravano!!! Che soddisfazione! Ah, a proposito...nelle ultime 2 settimane ho letto "Calliphora" di Patricia Cornwell ed ora invece sto leggendo "Marina" di Zafòn, due libri diversi, scritti in modo completamente diverso, ma entrambi decisamente affascinante e avvincenti.
Ovviamente ad un certo punto ho preso sonno e mi sono risvegliato dopo un'oretta. Che ho fatto? Mi sono preparato un bel cappuccione e sono uscito...a far danni!
Ho speso e spanto di qua e di la, ma quanto bello è? Quanto rilassante è ogni tanto dire "ma chi se ne frega"!?!?
Tra le cose ho comprato uno di quei telefoni super mega moderni, che vanno in internet, col navigatore e tutte ste menate qua...non che mi servisse eh, potevo continuare ad usare quello che avevo, ma avevo voglia di viziarmi e sto aggeggio era piuttosto carino e sti cazzi.
Poi ho passato tutto il resto del pomeriggio a installare sulla mia moto due strisce di luci a led, sapete quelle che mettono i tamarri sulla macchina o appunto sulla moto? Magari poi posterò una foto perchè ragazzi, rendetevene conto, io fondamentalmente ho un'anima tamarra, è solo che spesso riesco a controllarla a dovere, ma a volte proprio non ce la faccio ;).
Finito questo sono salito in casa, ho cenato e mi sono rimesso a leggere...non che fosse cambiato tantissimo della mia vita, ma dedicandomi totalmente a me stesso, senza dover rendere conto a nessuno sulle mie azioni, fregandomene di tutto e di tutti (soprattutto di tutti) mi sono sentito un pò più rilassato, diciamo un pò più padrone di questa mia vita che a volte qualcun'altro vorrebbe poter dirigere come un maestro con la sua bacchetta...ma io per oggi ho cantato fuori dal coro ed è stato molto, molto piacevole.
Sciao...

giovedì 7 luglio 2011

Tic-Tac-Tic-Tiac

Ohhh...un pò di musica tranquilla nelle orecchie, qualche violino che suona e un pò di tempo da trascorrere...tutto quello che mi serve per scrivere.
Ieri è stata una giornata un pò pesante, pesante più che altro a livello mentale...sicuramente non fisico.
E' stata una di quelle giornate in cui i minuti non passano, non passano mai, fai di tutto per farli scorrere più velocemente, ma più ci provi e più rallentano, sarà forse perchè gli si da troppa importanza e allora restano fissi nella mente lasciando a qualsiasi altro pensiero solo un angolino della testa.
Sarà stato che essendo mercoledì e quindi al centro esatto della settimana ci si sente un pò persi...lontani ormai dal precedente weekend e quindi con il relax derivante ormai svanito e altrettanto lontani dal prossimo trovandosi così a dover affrontare la fatica dei giorni che restano, chiuso dentro le quattro mura dell'ufficio.
Se poi ti trovi in uno di quei giorni in cui il lavoro scarseggia il gioco è fatto...quei momenti di vuoto non fanno altro che aiutare i pensieri malvagi a tornare a galla diventando ora dopo ora sempre più ingranditi come sotto una lente che distorge la visione reale delle cose. Allora cosa fai? Cerchi qualsiasi modo per pensare ad altro, per far in modo che questa situazione di "annullamento psicologico" finisca il prima possibili e ti impegni a far correre gli attimi il più velocemente possibile. Il problema è che poi quando arriva l'ora di uscire dal mondo sommerso sei talmente preso da questo senso di velocità che non riesci più a fermarti, non riesci a goderti il resto della giornata come si deve, devi tornare in modalità "vita", lasciare quella fretta ad altri momenti e rallentare il ritmo. 
Ieri è successo proprio questo...finito di lavorare si sono aperte le porte automatiche dell'ufficio ed ho fatto un gran sospirone, sono salito in macchina e sono tornato a casa. La mia testa ancora girava vorticosamente durante il tragitto, ma cercavo di tenerla ferma almeno finchè non avessi raggiunto la mia meta. Arrivato a casa non ho fatto altro che salutare mio papà e lasciarmi andare sul letto come un sacco vuoto, mi sentivo sfinito...è incredibile quanto sia stancante pensare. L'unica cosa che volevo in quel momento era staccare la spina, ma non da tutto, non mi andava di scollegarmi completamente dal mondo, avevo voglia di stare vigile, psicologicamente attivo, volevo dimenticarmi per un pò degli impegni, della routine, dei pensieri che normalmente ognuno di noi ha tutti i giorni e così ho fatto. Sono caduto in uno stato di trans...potrei dire che ho preso il sonno, ma renderebbe meno l'effetto. Dopo una mezz'ora ho aperto gli occhi...era ora...ora di andare a suonare con i miei ragazzi, una delle cose che più mi fa stare bene ed è stato li che la giornata ha cambiato volto. Simone, il nostro bassista, ha ormai lasciato il gruppo per dedicarsi al volontariato in Africa, cosa assolutamente ammirevole...certo è che suonare senza basso non è il massimo della vita, ma non importa, ci siamo divertiti comunque anche perchè le nostre non sono solo prove, è il momento in cui dei veri amici si trovano, fanno quello che amano, ma anche parlano, si confidano, si aiutano...è quasi una terapia...è spesso emozionante.
Così le ore passano, passano e il mondo sembra diventare più simpatico, più calmo, più tranquillo.
Si fa ora di cena, a tavola con i miei...mi manca a volte mia sorella, lei ha la sua vita che è assolutamente legata alla mia, alla nostra, ma a pensarci mi manca la compagnia del dopo cena, del cazzeggio. Ora mi vengono in mente tante cose, quello che facevamo, una delle attività preferite era suonare la chitarra (io) e cantare (lei) in camera mia con in mano il Canzoniere 2000, pieno delle più classiche canzoni italiane e straniere, ma che a noi piaceva tanto...ecco, quello era un gran bel modo per far passare le ore.
Ora mi stanno venendo in mente tantissimi particolare ai quali non pensavo da tanto tempo, con mia sorella guardavo i film, stavamo insieme, tante volte non ci si guardava neanche, ma eravamo li, la nostra presenza era scontata. Si, devo dire che mi mancano quei tempi, quando io e lei facevamo "squadra", combattevamo contro il mondo, contro noi stessi, spesso l'uno contro l'altro, ma se c'era da difendersi eravamo in prima linea.
Va bè, sto divagando, torniamo a noi.
Dopo cena seguendo il consiglio di una persona speciale mi sono coccolato con un pò di gelato, ci voleva dopo una giornata così (in mancanza di vero calore umano a volte aiuta anche questo), e poi con un film...piano piano si è fatta l'ora della nanna, quindi buona notte.
Gli occhi si aprono...che ore sono? Le 2...minchia che presto...e adesso? Non riesco più a dormire...cosa faccio? Preparo un pò di macedonia così domani mattina me la mangio con lo yogurt per colazione...Raffo...ma tu dormire di notte no eh? Eh no, a volte non è così semplice...va bè, intanto passano un altro pò di minuti. E' mattina, mi sveglio, faccio colazione (con la macedonia e lo yogurt...sdreeeen), salgo in macchina, accompagno mia mamma a lavoro ed eccomi di nuovo qui, di nuovo dentro le quattro mura, però oggi è giovedì, che non è mercoledì...

martedì 28 giugno 2011

Pour parler...

Cosa fare quando davanti a voi c'è un foglio bianco su cui avreste tante cose da scrivere, troppe, così tante da non saper da che parte cominciare, che parole usare, come esprimere quello che svolazza liberamente nella vostra testa senza rischiare di fargli perdere quel significato, quella poesia che rendono questi pensieri così speciali?
Sinceramente non lo so, allora scrivo senza un vero e proprio senso logico, scrivo e basta, di getto, scrivo le cose così come vogliono essere scritte e cosi come si presentano alle mie mani.
Penso, penso a quello che ho, penso a quello che nel corso degli anni sono diventato e a quello che si è creato attorno alla mia vita.
Non ho fatto tanto per averlo, mi sono solo limitato a vivere, soffrire, reagire, imparare e a volte ad insegnare.
Mi sono limitato ad essere quello che sono diventato grazie agli insegnamenti di quelle due persone che hanno dedicato la loro esistenza ad educarmi, a darmi il giusto esempio da seguire e che il più delle volte non hanno avuto in cambio la gratitudine che si sarebbero meritati.
Ci sono stati momenti veramente pesanti che hanno caratterizzato la mia vita e per un pò ho pensato di essere io quello strano, quello anormale, ma poi nel corso del tempo ho realizzato che io come tutti gli altri sono un essere umano con tutti i suoi pregi e difetti, i suoi crash mentali, le sue esperienze che sono fondamentali perchè se solo una virgola fosse stata diversa non sarei dove sono e non sarei chi sono.
Per anni per un motivo o per un altro ho sentito di dover apparire, di non far vedere cosa c'era al di sotto di quell'aspetto così forte e fermo sulle sue gambe, forse perchè era quello che tutti si aspettavano o forse quello che io volevo gli altri vedessero...a rifletterci non è così difficile arrivare ad un punto logico. E' molto più semplice evitare di esporsi, non mostrare debolezze e sentimenti perchè così nessuno può colpire il centro del bersaglio e di conseguenza non può neanche far sanguinare quel cuore che chiuso in una scatola di metallo non permette a nulla e a nessuno di entrare.
Quante cose...quante! In ordine casuale mi vengono in mente tutte le persone che sono rimaste li, che sono rimaste attaccate al mio collo nonostante io cercassi di staccarle dimenandomi da una parte all'altra, chiudendomi in una solitudine che altro non era che un modo per non farsi sfiorare da nessuno, non era autodistruttiva come per lungo tempo ho creduto fosse, anzi, era soltanto il modo che la mia anima aveva trovato per non farsi ferire ancora da quelle frecce avvelenate che le avevano lacerato l'essenza.
Lei se ne stava rannicchiata in un angolo a curarsi le ferite lasciando alla folle razionalità tutto il peso della gestione materica di quello che era la mia persona, cosa assolutamente improbabile perchè la razionalità si alimenta di se stessa e man mano si consuma, diventa talmente pesante da autoportarsi che ha bisogno di un modo per fuggire via lasciando l'involucro privo di guida e nella più totale confusione.
Ora sto un pò divagando...voglio solo capire...voglio solo capire come si dice "grazie".

mercoledì 22 giugno 2011

Back to the future...

Eh si, succede...succede che ti svegli e non sai bene cosa sia successo, non sai bene durante la notte dove sia andata la tua testa, che viaggi abbia compiuto, che storie si sia inventata...succede che ti svegli e sei disorientato, guardi l'ora e vedi che cazzo E' TRADI!!
Allora ti alzi, ma troppo in fretta e ti gira la testa, ti fermi un secondo e guardi per terra per ritrovare l'equilibrio...ok, ci siamo...ora accendi il telefono che tenevi ancora tra le mani dal momento in cui ha suonato per comunicarti che era giunta l'ora di svegliarsi, ma che tu hai sapientemente zittito riprendendo poi a dormire...STOP...attimo di pausa a guardare questo incredibile apparecchio telefonico portatile al quale in quel momento stai affidando la sorte dalla tua giornata...niente, non suona...SI RIPARTE!
Man mano recuperi il tempo rosicchiando qua e la qualche minuto a discapito della calma mattutina con la quale affronti normalmente l'inizio delle tue giornate e questo ovviamente procura un certo stress, ma ok, l'importante è esserci.
Ci sei, arrivi a lavoro e timbri...d'ora in poi tutto sarà più semplice, puoi calmarti, accendere il tuo computer, inserire le varie password, tutto come sempre...ohhh...un respiro e calma...è tutto a posto.
E invece no...cioè in realtà anche si, tutto va bene, non c'è motivo di essere irrequieti, ma non so...qualcosa non va, ma cosa? Probabilmente forse semplicemente il fatto che hai corso così tanto, hai interrotto qualcosa che facevi veramente volentieri, hai vissuto momenti di vera tensione solo per arrivare poi in un luogo in cui in realtà non vorresti essere...si...può essere. Non che questo sia il posto peggiore della terra eh, è assolutamente sopportabile...sono sopportabili i discorsi di coloro che ti circondano che vertono più o meno da due anni sugli stessi identici argomenti che non ti interessavano prima e chiaramente non ti interessano nemmeno adesso, sono sopportabili le ore davanti ad un computer che a fine giornata potrai chiamare "fratello" visto che è l'elemento col quale hai avuto la maggior parte del contatto in assoluto, fisico e mentale. Sono sopportabili anche le luci basse e l'aria condizionata a palla che ti fanno dimenticare che è il 22 Giugno, che fuori c'è un sole della Madonna ed una temperatura meravigliosamente mite. Posso dire che è sopportabile anche il fatto di mangiare da solo perchè i tuoi colleghi hanno mangiato un panino verso metà mattinata e questo li impedisce di pranzare vista la loro "esuberante" età...tranne uno...quello che ti sta più sui maroni...ecco, tranquillo che lui ci viene a mangiare con te e si siede proprio di fronte a te parlando di tutto quello di cui non vorresti parlare...diciamo che è proprio la sua voce che non vorresti sentire, ma ok, anche questo è sopportabile. Certo tutto questo insieme di cose un pò alla volta diventa pesantino, ma fortunatamente un pò alla volta le ore passano e man mano il momento in cui le lancette si posizioneranno esattamente nella posizione che ti consente di evaporare da qui si avvicina sempre più. In quel momento uscirai dalla porta...STOP...4-5 secondi per fare un bel respiro, senti l'aria calda che ti entra nei polmoni, il tuo cuore dare un colpo secco e poi rallentare di botto, ti scappa un sorriso sentendo il sole sulla pelle e pensando che per tutto il resto della giornata potrai fare esattamente quello che ti pare, non ci sarà nulla che dovrai fare se non desiderato esattamente da te...a casa hai chi ti aspetta per bere un caffè e fare due chiacchiere sul niente, preparerai qualcosa per la cena visto che la cara genitrice finirà tardi di lavorare e poi andrai a eliminare tutte quelle strane moschette nere che uscivano dalla bocca del gigante de "Il Miglio Verde" grazie all'aiuto del tuoi cari compagni di giochi, quelli con cui ti diverti a mettere assieme note ed accordi che ormai sono diventati parte integrante della tua vita. Poi cenerai, chiacchiererai...un pò alla volta arriverà il momento in cui sentirai le palpebre troppo pesanti per restare aperte e allora lascerai che ogni parte del tuo corpo scivoli via assieme al tuo stato di veglia rimandando tutto a domani ed avvicinandoti al momento in cui quegli occhi ti guarderanno di nuovo in quel modo...si proprio quello lasciando poi che tutto il resto vada per i fatti suoi, che tutto il resto del mondo viva la sua vita che tu hai la tua da vivere e ricordandoti sempre che comunque DOMANI ARRIVERA' LO STESSO...

venerdì 17 giugno 2011

I still haven't found what I'm looking for...

La vita è strana, è burlona, è giocherellona, si diverte a metterti alla prova, a darti e a poi toglierti, a farti annusare il profumo della felicità e poi a farti ritornare con i piedi per terra.
Ieri era una di quelle giornate in cui ti svegli e sei già incazzato, hai già le balle girate, i motivi possono essere molteplici o possono essere praticamente nulli, non lo sai, sai solo che vorresti staccare quella spina che sta attaccata dietro il collo con la quale Matrix ti tiene incollato in un mondo che a volte sembra essere TROPPO difficile da sostenere e da affrontare. Purtroppo però Matrix è solo un film, dietro il collo non ci sono spine e la vita che hai di fronte è quella che ti devi tenere e apprezzare per quello che è.
Già, perchè è facile stare a lamentarsi di tante cose, delle situazioni che non vanno come vorresti, del lavoro che non è proprio quello che avresti immaginato di fare da piccolo, mentre è un pò più difficile dare luce a tutte quelle cose per le quali devi solo ringraziare qualcuno o qualcosa, Dio, entità, destino o fortuna che sia.
Sarebbe forse più facile se ci mettessimo a tavolino e con un foglio ed una penna facessimo una lista dei pro e dei contro della nostra vita dando il giusto peso ad ogni situazione, probabilmente la bilancia penderebbe verso le cose positive...questo non credo basterebbe a sistemare gli svarioni mentali che tutti noi ci facciamo, ma magari potrebbe dare una mano ad aprire un pò gli occhi...se poi sono verdi meglio ancora.
La cosa che mi infastidisce di più di tutto questo ragionamento è che spesso questi pensieri che aleggiano nella mente vanno ad intaccare altre cose, altre situazioni, altri momenti della vita in cui invece dovrebbe essere tutto più semplice. Perchè non riusciamo a levarci dalla testa la negatività quando siamo in presenza di qualcosa che potrebbe darci ben altro? Perchè è più facile far entrare nei polmoni la parte più pesante dell'aria piuttosto di quella più leggera? PERCHE' E' COSI' DIFFICILE LEVARSI LE MASCHERE E LASCIAR CROLLARE QUEL MURO DI DIFFIDENZA DAVANTI ALLE PERSONE LASCIANDO A LORO LA POSSIBILITA' DI DECIDERE SE POTETE ANDARGLI BENE COSI' COME SIETE?
Un'altra cosa che rende l'uomo (inteso come essere umano) eternamente insoddisfatto è l'aspettativa...l'aspettativa per cosa? Per tutto! Si vive un'intera vita in attesa di qualcosa, aspettando che arrivi  e che sia esattamente quello che avevamo immaginato e voluto senza accorgerci che per prima cosa forse quello che stiamo attendendo con grande fervore probabilmente non esiste, secondo (e probabilmente più importante) ci lasciamo scappare tutte quelle cose e quelle emozioni che non consideriamo all'altezza, alle quali non riusciamo a dare fiducia e viviamo con l'ansia perchè "non troviamo quello che cerchiamo" e anche quando proviamo a dare un minimo di fiducia a chi ci sta di fronte poi ci facciamo prendere di nuovo dal panico riempiendoci di domande e di dubbi che ovviamente non potranno mai avere risposta perchè non potremo mai sapere la qualità di un sentimento o di una situazione ancor prima di viverla...non possiamo dire che una mela è cattiva ancor prima di assaggiarla. C'è da dire che però neanche infilandosela intera in gola capiremo che gusto ha..il primo morso va assaporato lentamente, senza avidità, poi piano piano si continua morso dopo morso sempre più in profondità.
Ah porca miseria...ora ricordo...io sono l'uomo metafora, anche nel vecchio blog le metafore erano all'ordine del giorno...bè va bè, mi piace dare un immagine alle emozioni.
Ah, una cosa è forse ancora più importante...se cercando e cercando trovate qualcosa che sia "simile" a quello che volevate fate in modo di capire se può andare bene così com'è, mai e poi mai cercare di cambiarlo per renderlo identico al vostro ideale...MAI! ACCETTATELO PER QUELLO CHE E'! Se non ci si riesce allora evidentemente non era abbastanza per voi, nessun problema...si va avanti e si continua.

mercoledì 8 giugno 2011

Ora et labora...

Allora (lo so non si comincia un discorso con "allora", ma a me piace)...innanzi tutto specifico che ho spostato il blog a quest'indirizzo solo ed esclusivamente per una questione di comodità, anche il vecchio blog era su questo dominio e quindi non lo so, diciamo che mi sembra un pò di tornare a casa.
Ma torniamo a noi.
Pure oggi non so esattamente di cosa parlerò, ma sapete, devo riprendere l'allenamento, devo ricominciare a sviluppare gli argomenti in modo corretto ed interessante.
Potrei dire che in questo momento sono a lavoro e che non sto facendo una beneamata mazza...certo questo può interessare molto poco coloro che leggono le mie parole anche perchè non è che la cosa sia molto interessante, ma una cosa volevo sottolineare e cioè che sono un nullafacente giustificato!
Ebbene si...sapete, quando si porta a termine un obbiettivo lavorativamente parlando poi se ne stabilisce un altro, ma tra i due c'è un periodo che dura qualche giorno in cui si vaga un pò tra le nuvole, in cui non si sa bene perchè si viene in ufficio, si sa solo che bisogna essere qui e fare presenza.
A dimostrazione della mia buona fede ho fatto presente a chi di dovere che attualmente sono in attesa di "nuovi ordini", ma mi sono sentito rispondere che anche chi sta più in alto di me al momento è presente più o meno solo per tenere in caldo la propria scrivania e la propria sedia e che sta aspettando ordini da chi è ancora più in alto. Ma siamo sicuri che alla fine della scala gerarchica ci sia qualcuno che realmente lavora? Alla fine penso proprio di si, un'azienda non potrebbe andare avanti grazie al calore generato dai nostri sederi appoggiati comodamente sulla poltrona, ma sicuramente il lavoro che ora facciamo in 100 potrebbe essere fatto in 10.
Oh, attenzione, io non mi sto lamentando per questo eh, a fine mese il mio accredito nel conto corrente me lo trovo comunque. Certo è che mi farebbe piacere e mi darebbe sicuramente più soddisfazioni svolgere un'attività un pò più dinamica o che comunque valorizzi un pò di più le mie capacità, ma va bè, visti i tempi va bene tutto, vorrà dire che le soddisfazioni ce le costruiremo dopo le 8 canoniche ore lavorative.
Mi fa specie però pensare a quante persone non riescono ad ottenere quel DIRITTO che dovrebbe essere il lavoro mentre io me ne sto qui a paglieggiare e a svarionare su un foglio virtuale venendo pure pagato.
Non voglio ora inoltrarmi troppo in questo argomento perchè rischierei di diventare piuttosto pesante e soprattutto retorico, solo volevo far presente quanto mi stanno sulle palle coloro che si lamentano un giorno perchè il caffè delle macchinatte fa cagare, un giorno perchè ci mettono troppo a riempire i boccioni dell'acqua, un giorno perchè è troppo caldo e il giorno dopo perchè è troppo freddo.
Questi individui non si spaccano sicuramente il culo, spesso e volentieri stanno a guardarsi i video su youtube o a farsi le partite a solitario avendo comunque a fine mese la loro bella (e piuttosto gonfia) busta paga assicurata tra le mani.
Detto questo vi saluto...che post inutile :-)...ciao

Hope...

Ok, sono le 21:55 e voglio parlare...di cosa? E che ne so?
Quella che è appena passata è stata una giornata piuttosto stupida, un pò inutile se posso definirla così.Sapete, una di quelle giornate in cui l'unico scopo è far passar il tempo, in attesa sempre di qualcosa che sistematicamente non arriva...tu sai già che non arriverà e che probabilmente è giusto sia così, ma intanto aspetti con quel barlume di fiducia (o forse è meglio definirla speranza) che resta sempre nel fondo della bottiglia.Già perchè è proprio vero che la speranza è l'ultima a morire e non è che uno la cerchi chissà dove, lei se ne sta li, finge di andarsene, finge di non far più parte dei tuoi pensieri, ma in realtà se ne sta in un angolino pronta a farsi risentire di fronte al più piccolo stimolo. E anche ora, quando la giornata ormai volge al termine c'è sempre quella lucetta in fondo al tunnel che ti porta a pensare che domani sarà un altro giorno e che probabilmente sarà meglio di oggi...o almeno così si spera...vedete, ecco che la speranza torna a galla.Io se posso dire trovo questa cosa meravigliosa!Avete mai pensato a come si vivrebbe senza la speranza? Non so se vi è mai capitato, ma in alcuni momenti, in alcuni periodi magari particolarmente bui della nostra vita ci sono degli attimi in cui la speranza pare sia totalemtne evaporata ed è qui che ci si sente completamente svuotati, privi di ogni tipo di stimolo.Ma allora mi sorge una domanda...cos'è in realtà la speranza? Possiamo dire che è collegata alla soddisfazione? Cioè in base a quanto siamo soddisfatti siamo più o meno speranzosi nel domani? Non lo so, sto cominciando a svarionare e non poco, non so esattamente neanche io in realtà di cosa sto parlando. Quello che so è che non ho voglia di spegnere il cervello e di lobotomizzarmi davanti ad uno stupido programma in tv, o di leggere, o di ascoltare musica...ho voglia di mantenere la soglia di attenzione ad un livello piuttosto alto perchè non voglio pensare di aver buttato via una giornata che anche se bagnata dalla pioggia, annoiata dal lavoro e ferma allo stop resta sempre un giorno della mia vita e come tale preziosissimo.Che poi in realtà per dare un senso a tutto questo basterebbe poco eh...basterebbe quella piccola, piccolissima soddisfazione che per gli altri potrebbe essere stupida, insignificante, ma per te è tutto, è lo scopo che ora ti porta a sperare nel domani...e ecco che ritorna la speranza...non c'è niente da fare, l'uomo (inteso come essere umano) vive e si nutre di speranza.Adesso come adesso già il fatto di aver scritto queste righe mi fa apprezzare un pò di più questo giorno...va bè...domani si vedrà.

Uno...due...tre...STELLA!

Mi piaceva scrivere, mi piaceva tanto, scrivevo spessissimo, quasi ogni giorno. Era il mio modo per rilassarmi, per fare in modo che la mia mente rivelasse un pò di se senza però dargli l'onere di trovare le capacità di lasciarsi andare davanti ad un'altra mente.
Di cosa parlavo? Di tutto! Dagli avvenimenti della cronaca elle mie vicende personali, spesso però non mi riferivo al fatto in se, ma al concetto che era alla base dell'avvenuto.Più di qualche volta questo mi ha causato dei problemi con persone a me vicine e ammetto che la colpa spesso è stata mia, di fondo sarei un pò polemico e provocatore, o meglio, diciamo che in quel periodo andava così, poi si sa che crescendo alcune cose cambiano.Comunque, a prescendere da questo, ad un certo punto ho smesso, ho smesso totalmente, ho cancellato tutto quello che avevo scritto in anni di vaneggi e svarioni...perchè? Per il semplice motivo che scrivere non solo non mi dava più quelle sensazioni di libertà, di leggerezza, di scioglievolezza (sembra la pubblicità di una cioccolata, ma descrive bene la sensazione), ma mi faceva stare male, mi faceva provare cattive emozioni e mi faceva tornare alla mente ricordi che avrei voluto assopiti per sempre...ma come può una cosa un giorno regalarti attimi di serenità e il giorno dopo pugnalarti nell'anima? Semplicemente per un motivo...non scrivevo più per me stesso e di tutto un pò, scrivevo invece di parlare e sempre delle stesse cose, sempre delle stesse emozioni, sempre rivolto alle stesse persone...aveva perso ogni senso, scrivevo perchè sapevo che determinate persone poi avrebbero letto e di conseguenza scivevo quello che magari avrei voluto dire a loro, ma che non riuscivo ad esprimere verbalmente. Na cazzata insomma.Nel corso del tempo poi tante cose sono successe, tante cose sono cambiate e più volte mi ha assalito la voglia di scrivere qualcosa, di far uscire un pò d'aria da questa testa e allora ho aperto prima un blog, poi l'ho eliminato, poi ne ho aperto un altro, ma ho eliminato anche quello...per ultimo ho aperto questo, ho scritto un paio di cazzate e poi l'ho lasciato vegetare qui, totalemte dimenticato, così dimenticato che mi ero completamente scordato della sua esistenza. Continuavano a venirmi in mente cose di cui parlare, ma poi vinceva nella mia testsa il concetto che la gente probabilmente non ha interesse a laggere quello che penso io, quali sono le mie opinioni, ecc ecc e lasciavo perdere. In questo modo però ricommettevo l'errore precedente, cioè scrivere solo perchè qualcuno potesse leggere. Oggi per puro caso mi sono imbattuto nella e-mail di iscrizione a questo blog e per curiosità ho provato a vedere se fosse ancora attivo e...eccolo qua!Avevo voglia di scrivere, di che cosa non lo so, non mi interessa, semplicemente di scrivere ed allora è nato questo post...sarà forse un nuovo inizio? Bo, magari domani mi dimenticherò di nuovo di questo foglio virtuale, però intanto almeno per il momento ho lasciato un pò di spazio alla mia testa, ho lasciato che dicesse alle mie dita che tasti schiacciare senza preoccuparmi di quello che volesse dire.