lunedì 28 gennaio 2013

Evviva Joker, Lex Luthor e Mussolini.




Torno a scrivere dopo lungo tempo per parlare di una questione che ritengo piuttosto "interessante".
Frasca fresa è la dichiarazione del nostro ex ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, concorrente al gioco delle ELEZIONI POLITICHE, relativa al lavoro compiuto da Mussolini al tempo dell'era fascista.
I'ex Premier ha riassunto in questo modo quello che fu il compiuto di Benito:



«Il fatto delle leggi razziali è la peggior colpa di Mussolini che per tanti altri versi invece aveva fatto bene»

Ovviamente questo ha scatenato una serie infinita di polemiche da parte delle comunità ebraiche, partiti concorrenti alle elezioni, stampa e opinione pubblica, ma è realmente una "caduta di stile", uno scandalo o semplice una rete pesca voti?
Quella che segue è esclusivamente una mia opinione personale pertanto libera di essere criticata o apprezzata.
In un'Italia in cui continuamente si sente gente che inneggia il caro Benito come un uomo che HA FATTO ("lui ha fatto le autostrade e ha creato posti di lavoro, guarda invece adesso cosa fanno i politici" è la più classica) come ci si può stupire che un presidente di un Partito del centro-destra in cerca di adesioni e di voti butti l'amo anche verso questa marea di persone che la pensano in questo modo? Lui fa solo quello che pensa possa portare acqua al suo mulino, nulla di più. Quello che è preoccupante è che se un politico esprime questo tipo di dichiarazioni è proprio perchè c'è tutto un pezzo di Paese che la pensa così.
Io trovo la cosa incredibilmente incosciente nonchè stupida e sintomo di una totale ignoranza!
Prima di tutto, tanto per essere chiari, Mussolini portò le leggi razziali in Italia ben prima dell'alleanza con la Germania di Hitler, il fatto che poi non riuscì a tenere al guinzaglio il cane baffuto è un altro discorso, ma possiamo dire che molto partì proprio da lui.
E' vero poi che creò infrastrutture, ma in che modo? A scapito di chi? Chi lavorò alla realizzazione di tali "servizi"? Io vorrei veramente che qualcuno inventasse una bella macchina del tempo per poter riportare all'epoca del regime chi attualmente lo rivorrebbe al potere esaltandolo a gran voce. Vorrei però che non facessero parte delle famiglie abbienti dell'epoca, che non fossero all'apice della piramide sociale, ma che fossero parte della gente comune, di coloro che dovevano portare a casa il pane o magari di quelle persone che a causa della loro voglia di esprimere un'opinione differente da quella dettata dal regime finirono ai lavori forzati e si trovarono a dover lavorare alla costruzione di queste grandissime infrastrutture insieme a prigionieri di guerra, gente comune che come colpa ha avuto semplicemente quella di aver il coraggio di esprimere un'idea diversa senza alcun tipo di diritto.
Ci sarebbe tantissimo da scrivere, libri interi, ma non è mia intenzione scrivere un saggio sul Fascismo, se vogliamo sapere com'è andata la storia modi per renderci edotti ce ne sono a migliaia, quello che voglio dirvi è scrivete su facebook, twitter, giornali, parlate in pubblico, esprimete le vostre idée, dite quello che pensate...fatelo ora che potete, con Mussolini col cazzo che l'avrete potuto fare! SVEGLIA!

lunedì 19 novembre 2012

BATTO I TACCHI E TORNO A CASA

Non facciamo altro che guardarci intorno e vedere sangue, stanchezza, povertà, ingiustizie...è una continua pugnalata al petto.
Ogni giorno lottiamo per arrivare a fine giornata, spesso e volentieri l'obiettivo è proprio questo, arrivare al momento di chiudere gli occhi che ormai sono talmente pieni di tutto che risultano pesanti, pesanti come macigni.
Stiamo diventando tutti grandi nel modo sbagliato, nel mondo sbagliato.
Io non posso far altro che dare opinioni personali, non sono ne in grado di analizzare ne di raccontare, posso solo descrivere le sensazioni che tutto il casino che ci sta succedendo intorno porta ad una persona qualsiasi come me, una come tante che lavora, si preoccupa, si stanca e un pò alla volta si spegne.
Spegnersi non vuol dire morire, vuol dire spegnere il cervello, la capacità di ragionamento, di apprendere e di agire di conseguenza nel futuro. Tutti noi siamo talmente tanto impegnati a farci la guerra l'uno con l'altro che tutto il resto diventa irrisorio, di poca importanza e questo è terribile.
E' terribile il fatto che si faccia di tutto per stare al meglio, per portare a casa la pagnotta, per raggiungere quel certo stato di illusoria tranquillità che ogni giorno cerchiamo di raggiungere, ma ci danniamo talmente tanto l'anima per questo che buttiamo al vento tutto il resto, tutto quello che siamo.
Le nostre passioni, le nostre idee, le nostre capacità vengono surclassate da un senso di insoddisfazione che a pensarci bene è inevitabile raggiungere perchè noi non siamo fatti per "tirare a campare", per arrivare a fine mese, per sedare le risse, per dormire...noi siamo fatti per sognare, per costruire, per inventare, ma non ce la possiamo fare in queste condizioni.
L'eremo, il famoso eremo, quello è il posto dove stare, dove poter vivere, dove ricreare noi stessi, ma dov'è? Dov'è questo posto verde, ricco di sole e di ossigeno?
Non c'è!
Non c'è perchè fisicamente non esiste. La capacità più grande è quella di ricrearlo in un posticino ogni giorno, eliminare l'eccesso, dimenticarsi di chi ha bisogno di te, dimenticarsi di chi con la tua energia sopravvive, dimenticarsi di tutto ciò che non ti serve...però anche questo è triste.
Non ci si può dimenticare di chi ha bisogno di te, non si può, non si può assolutamente perchè aprire le mani verso chi puoi aiutare è la cosa più bella del mondo, è questo che da un senso alla tua esistenza, non posso credere che le persone siano al mondo solo ed esclusivamente per esistere. E se anche così fossi perchè non cerchiamo di farlo nel modo migliore? Nel modo più utile, anche divertente? Di persone buone ce ne sono tante, solo che spesso ce ne dimentichiamo, c'è un senso di sfiducia verso il genere umano che si allarga a macchia d'olio, nessuno si fida più di nessuno, io compreso...è così che si finisce per odiarsi e io non voglio odiare nessuno.
Questo era un piccolo post di riflessione dopo lungo tempo, mi auguro di riuscire a tornare a scrivere con una certa regolarità, vedendo cosa succede in giro, quello che si può e non si può raccontare, impressioni personali, pensieri personali che però credo spesso rispecchino un pò le sensazione che molti, moltissimi individui come me provano, vivono e respirano ogni giorno.
Stikla!


domenica 8 aprile 2012

Uè Pasquà!!

Ci poniamo milioni e milioni di domande, ma alla fine cos'è che vogliamo sapere?
Ogni giorno mi capita di pensare a quello che deve ancora arrivare, a quello che sto aspettando, ma in questo modo mi rendo conto spesso di non godermi quello che sto attualmente facendo e allora comincio a visualizzarmi come un individuo in uno spazio.
In questo modo riesco a valutare meglio le mie azioni e mi rendo conto che le sto attuando solo ed esclusivamente io. So benissimo che è un discorso abbastanza svarionante (scusate il neologismo), ma non credo di essere l'unico a farmi questo tipo di viaggi.
Facendo così mi riporto immediatamente alla realtà, a quello che in realtà sono e al valore che posso avere.
"Tutto è relativo" diceva Einstein e pare ovvio che la cosa sia diventata una massima da tutti citata in quanto racchiude probabilmente una delle più grandi riflessioni mai raggiunte dall'essere umano (e secondo voi come c'è arrivato popò di genio a sta frasetta? Sarà partito pure lui dal significato della parola "cucchiaio" per poi arrivare a pensare sul motivo dell'esistenza ;) )
Comunque, il concetto base di questa mitica frase è uno spettacolo...talmente semplice da pensare, ma così tanto difficile da intuire e spiegare.
Allora, in sostanza qualsiasi cosa o concetto visto da diversi punti di vista ha diversi metodi di lettura.
Ora, l'uomo inteso come specie animale è dotato di una coscienza ed è questo che lo pone in cima alla piramide dell'evoluzione, ma è anche quell'elemento che causa l'assoluta totalità dei nostri problemi.
Pensando a questo mi trovo ad immaginarmi come una macchiolina nera all'interno di una pozza di olio su un pavimento bianco latte...quale importanza avrà la mia esistenza? Ovvio che preso assieme agli altri puntini valgo la somma di tutta la macchia d'olio che su un pavimento bianco da un bel pò fastidio, diciamo che si nota, ma preso da solo sono praticamente pari al nulla.
Questa cosa da un certo punto di vista può risultare negativa, ma io invece la trovo decisamente rassicurante. Cosa potrà mai cambiare nell'Insieme un qualsiasi movimento del singolo puntino (di me in questo caso)...praticamente niente. Sicuramente influenzerà il movimento dei puntini immediatamente a contatto con lui, ma in maniera molto relativa (ecco che torna il "termine"). E' anche vero che come le onde create da un sasso nell'acqua così il movimento si propagherebbe per tutta la pozzanghera, ma sarebbe comunque destinato ad estinguersi presto, da qui parte il concetto che spiega come un individuo da solo vale poco, è muovendosi assieme alla collettività che può fare la differenza, ma questo è un altro discorso.
Per farvi capire in poche parole l'idea di essere così "insignificante" mi toglie molto il peso delle responsabilità, mette su un altro piano la paura di sbagliare nei percorsi intrapresi durante la vita e quindi di causare danni per gli altri. Ti impegni nelle cose che puoi, per le persone che ti stanno a diretto contatto, ma tanto più in la non potrai arrivare e qualche tuo errore potrà per la maggior parte delle volte avere un rimedio e se proprio un rimedio non c'è amen, visto che non esiste tanto vale non pensarci,no? Tanto vada come vada avrà ripercussioni su di te principalmente e marginalmente verso gli altri, ma l'effetto sarà destinato ad estinguersi presto tra gli individui, positivo o negativo che sia.
Arrivato a questo punto a quei pochi che avranno avuto le balle di leggere fin qua voglio dire che questa cosa è ovviamente una riflessione teorica nel senso che è molto facile a dirsi, ma molto molto difficile a farsi. Sono io il primo a preoccuparmi per tutti, a cercare di dare sempre il meglio e di essere un figlio di cui andare fieri, ma vedo se riesco a prendere sta faccenda della vita un pò meno sul serio e questo tipo di pensiero spesso mi fa riprendere un pò di equilibrio. In più poi spesso mi da modo di godermi meglio le cose belle che capitano tutti i giorni e se per caso un giorno non dovessero capitare va bè, capiteranno domani...no?
Ciao bella gente.

venerdì 9 marzo 2012

RaffoLessioni...

Che dire? Non so, ho talmente poco tempo ultimamente che quando mi fermo a pensare è un casino.
La vita delle persone procede per gradi, le scelte portano sempre a delle conseguenze.
Quello a cui sono arrivato fin'ora io alla fine dei conti mi piace, è impegnativo, ma forse è proprio questo che mi affascina.
Ieri ho avuto la possibilità di farmarmi un pò e cavolo quant'è stato strano.
Quando hai ormai preso certi ritmi rallentare è quasi faticoso, è come quando corri per arrivare in tempo ad un appuntamento e poi ti resta quel senso di "fretta" addosso...mi capitava quando tornavo a casa la sera dai miei genitori. Arrivavo giusto giusto per la cena (a volte anche un bel pò più tardi) e loro stavano li ad aspettarmi...io mi sedevo e si mangiava insieme parlando del più e del meno, di quello che era successo durante la giornata, delle cose significative, ma parecchio anche di quelle insignificanti.
Si stava anche senza parlare per un bel pò, l'ora di cena era dedicata ai Tg, al pre-serata...capitava spesso io uscissi finito di mangiare, ma meno negli ultimi periodi della "convivenza" con i miei genitori.
Questo credo possa essere stato uno di quei gradini, cioè quando smetti di avere la smania di dover uscire, di vedere costantemente gli amici a qualunque costo e senti che cominci anche a stare bene a casa tua, a vedere un film o a leggere un libro...o anche semplicemente a coccolarti in un modo o nell'altro.
Poi la vita ti porta una serie di situazioni che ti costringono a rivedere le priorità, a rivalutare cosa è importante e cosa lo è un pò meno.
Va bè, comunque, quel senso di "fretta" a me restava addosso proprio quando tornavo a casa per cena...ad un certo punto ti accorgi che stai correndo, allora provi a rilassarti un attimo e a fare le cose con più calma, ma dopo poco ti rendi conto di aver ripreso lo stesso ritmo di prima e la cosa va avanti così...fino a quando la giornata arriva al termine e puoi riavvolgere il nastro per ricominciare.
Mi rendo benissimo conto di quanto questo discorso sia abbastanza ballerino, salta da una frase all'altra senza una reale struttura, ma sto scrivendo così...come direbbe un vecchio saggio "alla membro di segugio".
Ieri comunque in questo pomeriggio di "libertà" che mi sono quasi forzatamente preso (forse proprio per vedere che succedeva) ad un certo punto ho avuto una di quelle sensazioni che non amo in realtà così tanto, a meno che non ci sia la possibilità immediata di porvi rimedio. Avete presente quando sentite la necessità di un abbraccio? Ma no uno qualsiasi, uno incondizionato, un di quegli abbraccio che ti fanno capire che qualunque cosa accada e qualunque passo tu faccia in ogni caso sarai amato...non ho avuto dubbi su chi avrebbe potuto darmelo. Conosco solo una persona (o personcina) in grado di fare questo, è l'unica della quale so per certo che non mi stancherò mai perchè è l'unica di cui mi potrò sempre fidare, quella a cui potrò dare tutto il mio amore senza che lei lo prenda e lo accartocci come un foglio di carta...è quella creatura che quando mi vede si attacca e non si stacca più (letteralmente parlando) e questo è decisamente rassicurante!
Presto ce ne sarà un'altra, non riesco a comprendere ancora l'importanza del fatto, o meglio, non vedo l'ora di provare tutto quel mondo di emozioni che da l'arrivo di una nuova vita...ho vissuto Gaia dal momento in cui è nata fino ad ora e continuerò a farlo fino alla fine dei miei giorni e non ho assolutamente alcun dubbio sul fatto che sarà lo stesso anche per il piccolo Angelo. Alla fine di tutto riflettendoci non è forse questo lo scopo di tutto?

sabato 3 dicembre 2011

Cogito...



Negli ultimi paio di mesi sono successe una marea di cose, positive e negative, ma cmq facenti parte della vita. Nell'ultima settimana poi c'è stato uno sconvolgimento totale che ha rischiato di farmi camminare all'indietro come i gamberi piuttosto che in avanti come gli Uomini.
Sta di fatto che negli ultimi anni io ho compiuto un percorso, un cammino che mi ha portato ad una coscienza di me, di quello che sono, di quello di cui ho bisogno e di quello che posso dare.
Questa presa di coscienza è iniziata partendo dal fondo, partendo da quel punto da cui puoi guardare solo in alto perchè più in basso c'è ben poco da guardare.
Succede poi che ti trovi davanti ad una situazione che fai fatica a gestire perchè nuova, anzi, più che nuova la potrei definire "riscoperta". Ti trovi li, davanti a questa cosa, non sai cosa dire, cosa fare, come muoverti perchè hai il terrore di perdere quello che già tante altre persone ti danno, ma che dopo un pò impari a dare per scontato, cosa che è probabilmente la più sbagliata che esista. Purtroppo è un dato di fatto che più ti affanni su come DEVI essere e più ti allontani dal quello che SEI. Sistematicamente questo poi ti porta proprio a quello che più ti spaventava, cioè a lasciar scappare quello che poteva essere un "valore aggiunto" (detta alla maniera dell'amico Ferdinando).
Ok, fin qua ci siamo, gli errori e le insicurezze fanno parte della vita e soprattutto dell'essere umano. Il problema è quando questo porta a far crollare quel castello di carte che hai costruito nel corso del tempo con molta attenzione e grande accuratezza, nei minimi particolari, dandogli delle fondamenta, curandolo nei più piccoli dettagli, togliendo il vecchio rivestimento in cemento che lo rendeva solido, ma allo stesso tempo molto molto buio, quasi un invalicabile fortino...ora lo si può considerare più come una chiesa, ricca di vetrate colorate, con immagini inneggianti all'amore verso gli altri e verso se stessi.
Questo sono io ora, una persona che ha lottato per essere quello che è, che ha aperto tutte le finestre per lasciar uscire tutto quello che è rimasto chiuso per una vita e allo stesso tempo far entrare chiunque si sentisse di volerlo fare.
Noi siamo fatti strani però. Nonostante quello che chi ti circonda abitualmente ti dimostra poi diamo retta all'ultimo arrivato, a quello che arriva e dice "no, così non va bene" e andiamo completamente in merda pensando che abbiamo sbagliato tutto, che quello che ci siamo riscoperti essere non va bene.
Ma se allora questo Raffo non va bene e non va andava bene neanche quello di prima cos'è che va bene?
Tutto questo incasinamento mi ha portato ad una sorta di reazione di autodifesa, cioè chiudi tutte le finestre di nuovo perchè questo nuovo visitatore è entrato e non ha guardato gli affreschi, i giochi di luce, l'ordine, la bellezza delle cose, ma solo ciò che non andava, l'asimmetria di un volto, l'imprecisione di una pennellata, un filo di polvere in un angolo senza ricordarsi però che è questo che distingue una cosa "oggettivamente bella" da un "capolavoro".
Ora ognuno è liberissimo di pensare e di vivere le cose come crede, non sarò certo io a giudicare, figuriamoci, non sono proprio la persona più adatta per farlo, ma questo deve valere anche per me.
In poche parole in questa ultima settimana hanno cercato di farmi sentire in errore, di farmi credere che il mio modo di essere sia sbagliato, ma sti cazzi!
Io sono fiero di quello che sono (anche perchè non ho alternative), di avere tantissimo da dare, di aver voglia di ricevere, di sentire la necessità di chiudere gli occhi durante un abbraccio, di voler bene, di voler tanto bene, di amare una carezza, una mano da sfiorare, il dolce contatto della pelle, i profumi da odorare, di sentire che qualcuno ha bisogno di avermi accanto, di sentirmi utile, di sentirmi voluto.
E' ovvio che non c'è solo questo, è un lato della medaglia, una parte della mia persona, ma c'è e non posso far finta che non esista, non ne sono in grado.
Tante, tantissime persone hanno avuto modo di conoscermi profondamente e per la maggior parte sono ancora qui accanto a me, quindi di conseguenza non può essere così brutto quello che sono e che ho da dare.
Porca troia, come si può pensare di sbagliare a voler bene? Dai, è oggettivamente una cazzata!

mercoledì 30 novembre 2011

Un Angelo caduto dal cielo.

Sapete qual'è il problema? E' che noi sempre, e sottolineo sempre, stiamo ad ascoltare la voce nel coro che stona dimenticandoci di tutte le altre voci che insieme intonano una musica celeste, un accordo di suoni che vengono offuscati da una sola nota stonata.
Allo stesso modo ci dimentichiamo di tutto quello che le persone ci dimostrano concentrandoci solo ed esclusivamente su chi di noi non fa altro che notare i difetti, le debolezze, mettendole in primo piano e lasciando come sottofondo "sottinteso" quelle che potrebbero essere le nostre qualità, ma in modo quasi superiore, quasi come dire "si va bè, ci sono anche queste, però....".
Il fatto è che sistematicamente è proprio da queste persone che siamo attratti, non se ne capisce bene il perchè, forse perchè sentiamo la continua esigenza di essere stimolati, forse perchè se ci dicono troppo quanto siamo bravi e belli dopo un pò ci rompiamo le palle.
Questa cosa mi devasta gli organi riproduttivi, mi fa troppo girare i c......i!!

Poi ci pensi e tutto questo perde radicalmente di importanza, ma non solo, perde totalmente il suo peso nella bilancia quotidiana davanti a certe meravigliosità della vita.
Mia sorella oggi ha fatto la seconda ecografia, è entrata nel quarto mese di gravidanza, hanno fatto un'ipotesi sul sesso, ma nulla di certo quindi non mi esprimo...anche se per qualche motivo mi sembra già di sapere chi ci verrà a fare compagnia in questo mondo.
Io ora ho una nipotina, tra 2 giorni compirà 7 anni ed è la cosa più bella che la vita ci potesse donare. Darei la vita per lei, costruirei un mondo di fate e folletti per tenerla li dov'è, nella sua favola di bambina, nel suo mondo incantato privo di delusioni, immerso nell'incanto dell'infante poesia...sarà possibile voler altrettanto bene ad un'altra creatura? Cioè so ovviamente che è naturale che sarà così, ma al momento sinceramente non riesco ad immaginarlo, non riesco a dargli una concretezza. So per certo però che quando arriverà capirò tutto, come ho capito tutto quando mi hanno detto "è nata, sta bene" dopo quelle complicanze che ti avevano fatto stare col fiato sospeso, quando per la prima volta l'ho vista li, davanti a me, piccolissima, corrugata in volto dalla fatica, ma sana e meravigliosa, pronta per cominciare tutta una vita di esperienze delle quali per sua scelta farai parte...tutto questo è divino.

lunedì 28 novembre 2011

Titolo? Quale titolo?

Uoh...è il caso di dirlo, prendiamo un attimo fiato...
E' stato un weekend piuttosto impegnativo, uno di quelli che quando arriva il lunedì dici "ok, ora abbiamo una settimana di lavoro per riposare".
Allora torniamo a questa scrivania, davanti a questo monitor e cominciamo a respirare di nuovo, a riprendere un minimo di equilibrio.
C'è bisogno di recuperare un minimo della regolarità che accompagna la vita di tutti i giorni, senza strani pensieri, senza particolari situazioni che ti portano a non capire più da che parte della linea stai, senza grossi scossoni.
Ci lamentiamo spesso della routine, ma in realtà è quella che ci salva. E' chiaro che bisogna spezzarla in qualche maniera ogni tanto e direi che il fine settimana è fatto apposta per questo, ma poi c'è la necessità di un riposo generale, un riposo che più che altro consista nel non dover pensare a questo, a quello e a quell'altro, mettere in fila i meccanismi automatici della quotidianità che non comportano nessun tipo di ragionamento particolare, sai che è quello e fine.
Con questo assolutamente non voglio dire che ci sia una cosa buona e una cosa brutta, ma dato che adoro questi momenti di sconvolgimento e voglio poterne usufruire il più al lungo possibile allora è il caso di intervallarli con la normalità, altrimenti rischiano di diventare questi la normalità e di conseguenza di perdere di fascino, di interesse.
In tutto questo poi c'è un andirivieni di situazioni, di emozioni che ti sconvolgono prima da una parte e poi dall'altra, ti prendono e ti sbattono di qua e di la e tu le lasci fare perchè alle volte è bello lasciarsi portare dal vento, o quantomeno è intenso, è forte, lo senti, senti che tutto si muove, che nulla resta fermo, immobile e che ogni cosa ha un suo perchè, un suo inizio, una sua fine, ma mentre spesso riesci a capire come inizia ancora più spesso non riuscirai a immaginare dove finirà e allora via, lascia che scorra, lascia che la vita ti entri dentro, si prenda un pò di te e se lo porti in giro...con gli occhi socchiusi e il petto verso il cielo tieni sempre quel filo teso, sospeso, come i puntini alla fine della frase...